Stellantis: frenata preoccupante nel primo semestre 2025
Cosa sta succedendo davvero al gruppo guidato da Carlos Tavares?
FINANZA


Un semestre in salita
I numeri raccontano una storia complicata. Le consegne globali di Stellantis sono scivolate del 6% nel secondo trimestre, un calo che riflette difficoltà su più fronti. In particolare, i dazi imposti dagli Stati Uniti hanno messo i bastoni tra le ruote, limitando l’export e comprimendo i margini.
Maserati, il gioiello di lusso del gruppo, sembra aver sofferto più di tutti: la domanda per i suoi modelli è crollata, e la produzione ridotta ha amplificato le perdite.
Ma non è solo una questione di dazi. Il mercato automobilistico globale sta vivendo una fase di transizione complessa, con la corsa all’elettrico che richiede investimenti enormi e una domanda ancora incerta. Stellantis, che pure ha puntato su modelli ibridi ed elettrici, sembra faticare a trovare il passo giusto in un settore dove la concorrenza, soprattutto da parte dei produttori asiatici, si fa sempre più agguerrita.
Piazza Affari tiene il fiato sospeso
Nonostante il quadro poco rassicurante, il titolo Stellantis ha mostrato un’inaspettata resilienza a Piazza Affari, registrando un lieve rialzo nella seduta odierna. Un segnale che gli investitori, pur con cautela, non hanno ancora perso fiducia nel potenziale di lungo termine del gruppo.
Tuttavia, gli analisti restano prudenti: il debito pubblico italiano sopra i 3.000 miliardi di euro e l’incertezza economica globale non aiutano a creare un clima di serenità per le grandi imprese come Stellantis.
Cosa c’è all’orizzonte?
La domanda che tutti si pongono è: cosa farà Stellantis per invertire la rotta? Tavares, noto per il suo approccio rigoroso alla gestione dei costi, potrebbe spingere per ulteriori razionalizzazioni, ma il rischio è che tagli troppo profondi possano indebolire ulteriormente la capacità produttiva o l’immagine del brand, specialmente per marchi premium come Maserati.
Al contempo, il gruppo deve affrontare le pressioni geopolitiche, con i dazi americani che potrebbero non essere un ostacolo temporaneo, soprattutto in vista di possibili cambiamenti politici negli Stati Uniti.
Un altro nodo cruciale è la transizione ecologica. Stellantis ha investito molto in veicoli elettrici e ibridi, ma la domanda non decolla come previsto, soprattutto in Europa, dove i consumatori sono ancora titubanti di fronte ai prezzi elevati e alle infrastrutture di ricarica non sempre adeguate. Servirà una strategia chiara per riconquistare il mercato e rassicurare gli azionisti.
Un momento di riflessione
La situazione di Stellantis è un monito per l’intero settore automobilistico: in un mondo in rapido cambiamento, anche i giganti devono sapersi adattare. Per i lavoratori degli stabilimenti italiani, da Mirafiori a Melfi, l’incertezza di questi numeri si traduce in ansia per il futuro. Per gli investitori, invece, è il momento di valutare se il gruppo saprà trasformare questa crisi in un’opportunità.Una cosa è certa: Stellantis non può permettersi di restare ferma. La strada è in salita, ma il volante è ancora nelle sue mani.