La Borsa di Londra punta al trading 24/7: la City si ispira al mondo crypto?

La London Stock Exchange (LSE) potrebbe presto non chiudere mai i battenti. Secondo quanto riportato dal Financial Times, il London Stock Exchange Group (LSEG), che gestisce la borsa londinese, sta valutando l’introduzione del trading 24 ore su 24, un’idea che sembra strizzare l’occhio al frenetico mondo delle criptovalute. In un’epoca in cui Bitcoin ed Ethereum non si fermano mai, la LSE vuole tenere il passo, ma questa rivoluzione è davvero possibile per il cuore finanziario britannico?

FINANZA

7/23/20252 min read

Un mercato che non dorme mai

Oggi, la Borsa di Londra opera dalle 8:00 alle 16:30, con una breve pausa di due minuti a mezzogiorno. Passare a un mercato aperto 24/7, o almeno estendere significativamente gli orari, sarebbe un cambiamento storico per una piazza che vanta 2.286 società quotate e una capitalizzazione di oltre 4.391 miliardi di sterline (dati al 2016). L’ispirazione? Il mercato crypto, dove le transazioni non si fermano mai, e le app di trading come Robinhood, che hanno abituato i piccoli investitori a operare a qualsiasi ora.

Dopo la Brexit, la LSE ha perso terreno rispetto a New York, con aziende come Flutter Entertainment e CRH che hanno scelto Wall Street per quotazioni più vantaggiose. Nel primo trimestre 2025, Londra ha raccolto solo 74,7 milioni di sterline da nuove quotazioni, contro gli 8,9 miliardi di dollari negli USA. Un mercato sempre aperto potrebbe attirare investitori globali, soprattutto dall’Asia, dove il fuso orario rende difficile tradare con gli attuali orari londinesi.

Sfide di una rivoluzione crypto-style

Aprire 24 ore su 24, come un exchange di criptovalute, non è semplice. Servono infrastrutture tecnologiche avanzate, come la piattaforma Millennium Exchange di LSEG, per gestire flussi continui di transazioni. Le autorità di vigilanza dovranno dare il via libera, e non è detto che siano entusiaste: un mercato sempre aperto rischia di frammentare la liquidità, rendendo i prezzi più volatili, un po’ come accade con le crypto durante i fine settimana. Inoltre, le società con doppia quotazione, attive sia a Londra che a New York, potrebbero trovarsi a navigare in un mare di complessità.

I gestori di fondi tradizionali storcono il naso. “Calcolare il valore di un portafoglio con un mercato che non chiude mai? Un incubo”, ha confessato un analista al Financial Times. Anche i broker temono costi aggiuntivi per personale e tecnologia. Eppure, la pressione arriva dai piccoli investitori, i cosiddetti “trader notturni”, che vogliono la stessa libertà di azione che trovano su Binance o Coinbase.

La City guarda al futuro

La proposta si inserisce in un momento delicato per la City di Londra, che lotta per restare rilevante. Rachel Reeves, Cancelliera dello Scacchiere, ha definito le regole attuali un ostacolo all’innovazione, e un mercato 24/7 potrebbe essere una carta per rilanciare la competitività.

David Schwimmer, CEO di LSEG, ha trasformato il gruppo in un gigante dei dati finanziari, ma la borsa resta il simbolo della City. Un mercato sempre aperto potrebbe ridare smalto a una piazza che rischia di essere eclissata da New York e dalle piattaforme digitali.

Una scommessa rischiosa

Imitare il modello crypto è una scommessa audace. Da un lato, potrebbe democratizzare gli investimenti, attirando trader globali e piccoli investitori. Dall’altro, il rischio è che la volatilità e le complessità gestionali superino i benefici. La Federation of European Securities Exchanges ha già espresso dubbi, avvertendo che il trading continuo potrebbe destabilizzare i mercati tradizionali. LSEG, per ora, non conferma né smentisce, ma il dibattito è acceso:

la City può davvero trasformarsi in un hub finanziario che non dorme mai, come il mondo delle criptovalute?